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Archivio Paolo Ricci
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titolo e estremi cronologici
Archivio Paolo Ricci
unità di descrizione Anagrafe collegata
Ricci, Paolo
soggetto produttore
Paolo Ricci (Barletta, 22 settembre 1908 - Napoli, 22 maggio 1986)
bibliografia (campo unico)
"Paolo Ricci. Opere dal 1926 al 1974", Napoli, Electa 1987
L.MAZZAROTTA (a cura di), "Caro Peppino. Peppino De Filippo e Paolo Ricci. Storia di un'amicizia", Napoli, Arte Tipografica 2003
M. FRANCO, D. RICCI (a cura di), "Paolo Ricci", Napoli, Electa 2008
R. SPADACCINI, "Il capitano e la medusa. Documenti su Pablo Neruda nell'archivio privato di Paolo Ricci", in «Scrinia», 2004, n. 2
G. RAMAGLIA RICCI, "Lessico sentimentale. Quella volta che Pablo Neruda...", Napoli, Kairòs Edizioni 2014
G. RICCIARDI, "L'immagine di Napoli nella testimonianza di un intellettuale del Novecento", in "Città mediterranee in trasformazione. Identità e immagine del paesaggio urbano tra Sette e Novecento", a cura di Alfredo Buccaro, Cesare de Seta, Atti del VI Convegno Internazionale di Studi Cirice 2014, Napoli 13-15 marzo 2014, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane 2014
storia istituzionale
Paolo Ricci nacque a Barletta il 22 settembre 1908 da una famiglia operaia di idee socialiste. Nel 1918, trasferitosi a Napoli, cominciò i suoi studi universitari aderendo al movimento antifascista. Qui si manifestarono i suoi interessi prevalenti per la pittura e per la scultura: frequentò lo studio di Vincenzo Gemito e nel 1925 cominciò a dipingere.
In quegli anni fondò insieme a un gruppo di giovani artisti e di intellettuali un cenacolo che si proponeva, tra l'altro, di aggregare gli intellettuali in nome di ideali democratici e antifascisti. Tra il 1926 e il 1933 realizzò una serie di dipinti che si richiamavano all'espressionismo tedesco.
Fu autore, nel 1929, insieme con Carlo Bernari e Guglielmo Pierce, del manifesto dell'Unione Distruttivisti Attivisti, che proclamava la fine dell'arte propugnata dalla "borghesia decadente" e che suscitò l'interesse di Benedetto Croce e di Giuseppe Ungaretti. Tra i giovani intellettuali conosciuti da Ricci in questo periodo si ricordano Salvatore Mastellone, che con Ugo Arcuno creò la Libreria del Novecento; Alfonso Gatto, autore della raccolta di poesie "Isola"; Luigi Cosenza, iniziatore a Napoli dell'architettura e dell'urbanesimo ispirati agli insegnamenti più radicali di Kropius e della Bahaus. L'incontro e l'amicizia con Carlo Muscetta e Sergio Ortolani determinarono una solidarietà e una amicizia con uomini provenienti dal crocianesimo, "che, sebbene più anziani di noi, combattevano la stessa battaglia per l'ideali di libertà e di democrazia, quali Francesco Flora, Gino Doria e Riccardo Ricciardi".
Ricci approfondì la sua conoscenza delle avanguardie europee tra il 1930 e il 1931, quando si recò a Parigi. Tornato a Napoli nel 1932, fu arrestato dalla polizia. Dopo il 1933, tentò di "opporsi al progressivo imbarbarimento e provincializzazione della cultura napoletana, specialmente nel campo delle arti e del teatro", valorizzando l'opera di artisti quali Luigi Crisconio, Luigi De Angelis, Giovanni Tizzano, Saverio Gatto e Mario Vittorio, da lui definiti "artisti non conformisti". Inoltre, ricorderà lo stesso Ricci anni dopo, "una lenta e tenace battaglia fu da me condotta per affermare la grande originalità e la potente carica realistica, brektiana del teatro di Viviani".
Nel 1936 Paolo Ricci si iscrive al Partito Comunista Italiano, confermando e intensificando il suo impegno democratico e antifascista. Nel 1938 andò ad abitare a Villa Lucia, che divenne un punto di riferimento per molti intellettuali, come Gino Doria, Renato Guttuso, Vasco Pratolini, Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani, che lì si riunivano.
In questi anni Ricci si interessò in maniera particolare di critica d'arte e di teatro, scrivendo numerosi saggi e articoli, in particolare su Eduardo De Filippo e Raffaele Viviani, di cui curò con Vasco Pratolini l'edizione delle poesie per la Vallecchi. In qualità di scenografo, eseguì bozzetti per spettacoli del San Carlo, del Mercadante e del Teatro dei Fiorentini.
Si occupò anche di architettura e realizzò, nel 1937, le ceramiche per la facciata principale dell'Acquario, progettata dall'architetto Carlo Cocchia.
La sua attività di critico e il suo impegno politico lo portarono a collaborare con diversi giornali, tra i quali "Il Proletario", foglio clandestino antifascista, poi - come pubblicista - per il Mattino, il Roma, il Quadrivio, il Tempo. Dopo un secondo arresto, avvenuto nel 1943 a opera della "polizia badogliana", in occasione di una manifestazione organizzata con altri 53 compagni perché il governo Badoglio affrontasse "il problema della pace e la necessità della lotta contro i tedeschi", iniziò la sua collaborazione con "L'Unità" e con "Rinascita"; nel 1944 entrò a far parte della redazione del quotidiano democratico "La Voce" di Napoli, curandone la Terza pagina.
Le esigenze artistiche e culturali spinsero Ricci a mettersi in contatto anche con notevoli esponenti del mondo della cultura internazionale, come i poeti Pablo Neruda e Nazim Hikmet. Partecipò alle esposizioni artistiche delle Quadriennali di Roma e delle Biennali di Venezia e organizzò egli stesso alcune mostre con l'intento di valorizzare artisti dimenticati. Nel 1957 realizzò i grandi pannelli in ceramica che ricoprono la facciata del nuovo Politecnico di Napoli.
Come pittore, e in particolare come ritrattista, già alla fine degli anni '20 e poi nei decenni dal '30 al '60, Ricci eseguì una serie di ritratti di diverse personalità: si ricordano quelli di Carlo Bernari (1929), Vasco Pratolini (1942), Alfonso Gatto e Raffaele Viviani (1940), Benedetto Croce (1941), Carlo Bernari (1942), Gino Doria (1943), Renato Caccioppoli e Palmiro Togliatti (1944), Eduardo De Filippo (1948), Domenico Rea (1953), Carlo Muscetta (1955), Salvatore De Muto, celebre Pulcinella (1956), Luigi Compagnone (1960).
Paolo Ricci morì a Napoli il 22 maggio 1986.
Due grandi mostre relative alla sua opera pittorica gli sono state dedicate: una nel 1974 a Todi, quando l'artista era ancora in vita, e altre postume, a Napoli, nel 1987 e nel 2008.
storia archivistica
L'Archivio privato di Paolo Ricci fu acquistato dal Ministero per i beni culturali nel gennaio 1997 e consegnato all'Archivio di Stato di Napoli.
Nel 1998 la documentazione è stata integrata dalla donazione di Gioia Ramaglia.
ambiti e contenuto
L'Archivio Ricci si divide in tre parti: "Parte generale"; "Epistolario"; "Rassegna stampa".
La "Parte generale" consta di 620 fascicoli e contiene scritti, disegni, e dattiloscritti di Paolo Ricci e di altri artisti relativamente alla critica dell'arte, della letteratura, della storia e della società, del teatro e del cinema, e inoltre, scritti e appunti di cronaca sportiva.
La serie "Epistolario" comprende 1750 missive inviate a Ricci tra gli anni trenta del 1900 e il 1985. Le lettere sono state disposte in ordine alfabetico per mittente e quindi in ordine cronologico. Delle lettere che Ricci spedì, si conservano, nell'epistolario, 77 minute.
La "Rassegna stampa" comprende 2602 articoli scritti da Paolo Ricci e da altri, conservati anch'essi in specifiche sottoserie, a seconda della relativa tematica.

Struttura dell'Archivio Ricci

Parte Generale
I. Note bio-bibliografiche
II. Scritti su Paolo Ricci
III. Architettura
IV. Arte moderna e contemporanea
V. Arte sovietica
VI. Arti figurative a Napoli
VII. Biennali e Quadriennali d'arte
VIII. Mostra "Il Liberty a Napoli"
IX. Polemiche e scontri
X. Dossiers (Arte)
XI. Attualità e costume
XII. Letteratura
XIII. Dossiers (Letteratura)
XIV. Storia
XV. Dossier sulla camorra
XVI. Teatro e Cinema
XVII. Dossiers (Teatro)
XVIII. Viaggi
XIX. Varie
XX. Fotografie

Epistolario
I. Corrispondenza indirizzata a Paolo Ricci
II. Minute di Paolo Ricci
III. Corrispondenza non indirizzata a Paolo Ricci

Rassegna stampa
I. Arte
II. Fotografie e disegni
III. In memoria di Paolo Ricci
IV. Letteratura
V. Sport
VI. Storia, cronaca, costume e società
VII. Teatro, cinema e spettacolo
VIII. Viaggi
informazioni redazionali
L' inserimento in rete dell'inventario dell'Archivio Paolo Ricci è stato curato da Giuliana Ricciardi e Rossana Spadaccini, con la collaborazione di Antonio Rusciano (2010-2016).
Responsabile della pubblicazione sul web Silvana Musella