struttura gerarchica
serie
Complessi documentari (Anagrafe degli archivi)
livello di descrizione
Fondo
titolo e estremi cronologici
Azienda di educazione1507 - 1808
altra denominazione: Azienda gesuitica
descrizione fisica
annotazioni: Si tratta solamente dei registri di grande formato. Esiste documentazione cartacea in grande quantità non ancora ordinata 
pezzi  198
soggetto produttore
Azienda di educazione, Napoli
collocazione
locale  125
storia istituzionale
Con prammatica del 21 ottobre 1767 fu abolita la Compagnia di Gesù, i gesuiti furono espulsi dal regno ed i beni sequestrati messi a disposizione del governo. Si sancì, pertanto, che le elemosine elargite prima dai gesuiti, fossero ora fatte, in denaro, da parroci designati dal governo, istituendo un'Azienda generale al fine di amministrare i beni del soppresso ordine e di rivendicare quelli stornati. Tali beni furono, poi, destinati alla diffusione della pubblica istruzione: di qui la denominazione di Azienda di Educazione. Nel 1806 gran parte dei beni dell'Azienda gesuitica fu aggregata al demanio pubblico della corona e venduta a profitto di creditori dello Stato.
ambiti e contenuto
Dopo l'espulsione dal Regno di Napoli il 20 novembre 1767, a cui fece seguito il breve di Clemente XIV del 21 luglio 1773 che decretò la soppressione della Compagnia, tutta la documentazione custodita nei collegi dell'abolito Ordine cominciò ad affluire, tra il gennaio e il febbraio del 1768, presso il soprintendente della neonata Azienda gesuitica, Gennaro Pallante, che se ne servì per avviare la formazione dei primi quadri riassuntivi in vista del riordinamento globale dell'assetto finanziario dell'Azienda, che aveva la finalità di incrementare il sistema educativo pubblico. Il 16 febbraio 1768 il problema della formazione e della gestione di un archivio generale delle carte confiscate venne portato dal Pallante all'ordine del giorno nella seduta della Giunta degli Abusi. Quest'ultima, al primo punto degli "Appuntamenti", approvati dal sovrano l'8 marzo successivo, propose che si creasse un archivio generale nel Collegio massimo "di tutte le scritture esistenti ne' Collegi di questa capitale e del Regno" e che si eleggesse un "archivario", "persona abile e proba et onesta", su proposta dei commissari della Giunta degli abusi, Diodato Targianni e lo stesso Pallante. Fra maggio e giugno successivi la raccolta e sistemazione di tutti i documenti era ormai quasi completata. Nel biennio 1768-1769 la "razionalìa" dell'Azienda gesuitica si dedicò alla preparazione e compilazione di un'unica platea con lo scopo di organizzare in maniera uniforme tutti i dati che si andavano ricavando, secondo un criterio contabile unitario. Nel luglio del 1769 l'opera di sistemazione e chiarificazione di tutto ciò che riguardava il patrimonio gesuitico e la redazione della platea riassuntiva venivano concluse. Tuttavia - nota Carolina Belli - il riassetto così faticosamente raggiunto fu scompaginato ben presto, tra il 1769 e il 1772: infatti tutto l'asse patrimoniale già appartenuto ai Gesuiti era ormai governato unitariamente, e quindi non aveva più senso mantenere nell'amministrazione l'antica distinzione in collegi. La nuova gestione, quindi, accorpò in categorie singole tutti i beni di uguale natura provenienti dai vari istituti d'istruzione. L'esclusione dal governo di Bernardo Tanucci e l'evoluzione generale del quadro economico-politico segnarono, poi, un profondo mutamento negli ideali e nei fini che stavano a fondamento della creazione dell'Azienda gesuitica. Le trasformazioni politiche verificatesi nell'ultimo ventennio del diciottesimo secolo portarono alla dispersione delle competenze dell'Azienda di educazione in svariatissimi organi amministrativi. Ciò, aggiunge la Belli, si riflette significativamente nel disordine e nella disorganizzazione che regna all'interno dei documenti superstiti della storia dei Gesuiti conservati nell'Archivio di Stato di Napoli; rispetto all'originaria consistenza di essi, restano pochi pezzi, per giunta piuttosto disorganici. La restaurazione dell'Ordine da parte di Pio VII il 30 luglio 1804 (e poi, dopo la soppressione decisa dai Francesi, nel 1814 ad opera del medesimo pontefice), la restituzione a esso della parte dell'antico patrimonio non ancora venduta, l'alienazione e la diversa sorte - attraverso i tanti rivoli di magistrature differenti - della maggioranza dei beni dell'asse ex gesuitico, la nuova soppressione avvenuta nel Decennio francese, aggravarono la dispersione e lo scompaginamento di tutto l'antico archivio. Una parte del nucleo originario di documenti è conservata nell'Archivio di Stato di Napoli presso il fondo detto, appunto, "Azienda gesuitica"; essa comprende 198 registri di varia natura, dall'anno 1606 al 1805. Nel corso della revisione dell'archivio compiuta da Jole Mazzoleni vennero segnalati altri due nuclei documentari, in disordine, detti "Azienda di educazione" e "Carte dei Gesuiti". Queste tre serie - nota ancora Carolina Belli - costituiscono in realtà un solo grande nucleo di documenti, corrispondente a quanto è sopravvissuto dell'unico grande archivio che dal 1768 al 1806 raccolse nei locali del Collegio massimo di Napoli tutte le carte radunate dal responsabili dell'Azienda gesuitica perché costituissero il necessario supporto della nuova organizzazione amministrativa.
Attualmente, solo una parte del materiale è stato identificato e descritto nell'elenco disponibile. I 198 pezzi finora identificati sono suddivisi in due serie, di cui la prima contiene materiali provenienti dalla Compagnia di Gesù antecedentemente all'espulsione dal Regno di Napoli, mentre la seconda è costituita da registri relativi alla gestione dei beni da parte dell'Azienda di educazione.
strumento di ricerca
0454 Azienda gesuitica - Inventario generale