serie
Enti
codice
0000000518
intestazione autorizzata
Commissione araldica napoletana, Napoli
contesto: Italia
date: 1869 ott. 10 - 1946
date di esistenza
1869 ott. 10 - 1946
storia
Con la legge del 10 ottobre del 1869, venne istituita la Consulta araldica, con il duplice intento di fornire pareri al Re nell'esercizio della sua potestà riservata in materia di titoli di nobiltà, sia relativamente alle nuove concessioni, sia ai diritti legittimamente acquisiti . La Consulta era costituita da un presidente scelto fra i Grandi Ufficiali dello Stato, da 8 consultori, di cui quattro senatori del Regno. Inoltre, era assistita da un Commissario del Re e da un cancelliere, tutti nominati con decreto del Ministero dell'Interno. Tutti i provvedimenti reali concernenti cose araldiche erano analizzati dalla Consulta e registrati presso la sua cancelleria, prima di ogni altro atto di esecuzione.
La legge dell'11 dicembre 1887 chiamava la Consulta araldica a dare pareri al Governo in materia di titoli e distinzioni nobiliari.
Dalla Consulta dipendevano le Commissioni araldiche regionali, una per ciascuna regione storica. Il decreto del 5 marzo 1891 dichiarava permanenti le commissioni araldiche regionali, con funzioni consultive in materia araldica. Il compito principale delle commissioni era quello si dare, su richiesta del Ministero, della Consulta o del Regio Commissario, parere e notizie sulle materie riguardanti le rispettive regioni.
Le commissioni non potevano avere relazioni con il pubblico e l'opera dei singoli commissari era gratuita.
La commissione araldica napoletana esplicava la sua attività nell'Archivio di Stato di Napoli, ove il suo archivio, costituito oggi di 112 pezzi, dopo l'abolizione della consulta e quindi delle commissioni regionali, è conservato tuttora.
Nel 1946 fu abolita la Consulta con il conseguente scioglimento delle commissioni regionali.
condizione giuridica
uffici periferici postunitari
documentazione collegata
Commissione araldica napoletana