serie
Enti
codice
0000000838
intestazione autorizzata
Consiglio d'intendenza di Napoli, Napoli
contesto: Regno di Napoli; Regno delle due Sicilie
date: 1806 - 1860
date di esistenza
1806 - 1860
storia
La legge dell'8 agosto 1806 sulla divisione e amministrazione delle province del regno stabiliva che in ogni provincia ci sarebbe stato non solo "un magistrato incaricato dell'amministrazione civile e finanziaria e dell'alta polizia, che ha il nome d'Intendente", ma anche un Consiglio d'Intendenza e un Consiglio provinciale. Il Consiglio d'Intendenza pronunziava sommariamente "1. in tutti gli affari derivanti dalla tassa, ripartizione e esazione delle contribuzioni dello Stato e dei Comuni; 2. in tutti gli affari derivanti dagli appalti fatti, sia tra il fisco e i particolari, sia tra costoro e le università, per tutti i pubblici lavori o derivanti dall'esecuzione dei medesimi". "Ove si tratti di controversie, che riguardano proprietà di beni stabili, le parti dovranno adire i tribunali competenti. Le università non possono però intentare alcuna lite, senza esservi prima autorizzate dal rispettivo Consiglio d'Intendenza". Quest'organo collegiale era costituito da tre membri di nomina regia ed era presieduto dal più anziano di essi. L'Intendente poteva assistere alle sedute. Intervenendo, l'Intendente presiedeva il Consiglio e il suo voto, in caso di parità, era determinante. La legge 12 dicembre 1816 sull'amministrazione civile stabiliva che il Consiglio d'Intendenza si componeva di cinque membri nelle Intendenze di prima classe, di quattro in quelle di seconda classe e di tre in quelle di terza classe. I consiglieri potevano ricevere dall'Intendente commissioni e delegazioni straordinarie, sia nella sede dell'Intendenza che fuori di essa. Il Consiglio era presieduto dall'Intendente o, in assenza di questo, dal consigliere più anziano. In assenza di votanti, l'Intendente poteva designare momentaneamente uno o più supplenti fra i consiglieri provinciali che non fossero membri di un tribunale. Le deliberazioni del Consiglio si chiamavano avvisi, se richieste dall'Intendente "per sua istruzione o per parere da rimettersi ad altra autorità", decisioni, se pronunciate in materia di giurisdizione volontaria. Le funzioni di segreteria del Consiglio erano affidate ad un capo o a un vicecapo di ufficio della Segreteria dell'Intendenza. Questo ufficiale aveva anche il compito "della formazione e conservazione degli atti e registri, i quali faranno parte della Segreteria e saranno legalizzati dal Segretario generale". La legge del 12 dicembre 1816 stabilì anche che il Consiglio d'Intendenza era giudice esclusivo del contenzioso amministrativo, "che è essenzialmente separato dal contenzioso giudiziario". Il contenzioso amministrativo era regolato dalla legge 21 marzo 1817 e da quella del 25 marzo 1817 che ne dettava le procedure. La legge attribuiva al contenzioso amministrativo "le controversie che, cadendo sopra oggetti dell'amministrazione pubblica, la interessano direttamente o indirettamente". Oggetti dell'amministrazione pubblica erano "le cose che non vengono possedute a titolo di proprietà privata da alcuno; le istituzioni e le forme dirette a conservare l'integrità e la destinazione di esse". Erano oggetti di pubblica amministrazione i beni pubblici, i lavori pubblici, le contribuzioni pubbliche, l'amministrazione militare, prede marittime, conti pubblici, usi civici. Erano invece sottratte al contenzioso amministrativo: proprietà e libertà degli immobili, stato delle persone, azioni civili che non diano luogo a contestazione della legittimità o dell'interpretazione di un atto amministrativo". Giudici per il contenzioso erano, per le contravvenzioni, a seconda della gravità, gli eletti, i sindaci, i Consigli d'Intendenza; giudice del diritto comune amministrativo era il Consiglio d'Intendenza; giudice contabile e in materia d'appalti e forniture era la Gran Corte dei conti. Dal giudizio del Consiglio d'Intendenza, per le materie di maggior valore trattate in primo grado, era ammesso ricorso alla Camera del contenzioso della Gran Corte dei conti. L'esecuzione delle sentenze era affidata ai tribunali ordinari.
condizione giuridica
uffici centrali del periodo napoleonico e/o di governo provvisorio
uffici centrali della Restaurazione
uffici centrali preunitari
relazioni gerarchiche - ente superiore
Ministero degli affari interni, Napoli, Regno di Napoli; Regno delle due Sicilie (1806 - 1860)
documentazione collegata
Consiglio di Prefettura di Napoli. Contenzioso amministrativo