serie
Famiglie
codice
0000000222
intestazione autorizzata
Caracciolo, principi di Santo Bono (sec. XIII - )
date di esistenza
1201
luogo/hi
Napoli  (residenza)
storia
I principi di Santo Bono sono il ramo primogenito dei Caracciolo detti Pisquizi (così nomati perché il capostipite Gualtiero detto Pasquizio parteggiava per l'imperatore Barbarossa). Essi discendono da Landolfo, vissuto nella seconda metà del sec. XIII. Un pronipote di lui, a nome Marino, sposò nel 1414 Maria di Sangro di Santo Bono e di altri feudi, sicchè da allora i Caracciolo si trovarono a capo di un vasto stato feudale in Abruzzo che hanno accresciuto e conservato fino ai tempi moderni. Da una conferma dei feudi, che lo stesso Marino ottenne da Alfonso I d'Aragona apprendiamo che egli possedeva già, oltre Santo Bono, i feudi di Monteferrante, Belmonte, Castiglione, Collerotondo, Schiavi, Fraine, Roccaspinalveti, Carunchio, Guardiabruna e Pietrafesa. Il nipote di lui, altro Marino, acquistò il feudo di Bucchianico, sul quale ebbe il titolo di marchese da Carlo V nel 1518. Un suo pronipote, Giovanni Antonio, da Filippo II ottenne nel 1590 il titolo di Principe di Santo Bono. Marino, figlio del precedente, ottenne la contea di Serino da parte di sua moglie Costanza della Tolfa e ancora in Abruzzo il ducato di Cateldisangro nel 1641. Ferrante figlio di Marino accrebbe lo stato abruzzese molisano con San Vito e Agnone nel 1647, durante la rivoluzione di Masaniello fu fortemente avversato dalla popolazione napoletana che ne saccheggiò il grandioso palazzo a San Giovanni Carbonara che fu poi residenza del duca di Guisa nel breve periodo di permanenza a Napoli.
documentazione collegata
Caracciolo di Santo Bono
santo bono
fonti
J.MAZZOLENI, L'archivio Caracciolo di Santo Bono, in Archivi privati, Roma, 1967.