serie
Famiglie
codice
0000000666
intestazione autorizzata
Caracciolo, principi di Melissano (sec. XVI - ), Napoli
date di esistenza
1101
luogo/hi
Napoli  (residenza)
storia
La famiglia Caracciolo, una delle più antiche tra le famiglie nobili napoletane, svolse, fin dal XII secolo, un ruolo determinante nelle vicende storico-politiche dell'Italia Meridionale. La sua storia si inquadra in quella del Regno di Napoli e di Sicilia, come afferma Volker Reinhardt. Molti studiosi sostengono l'origine bizantina dei Caracciolo, facendoli discendere da un ramo della famiglia imperiale di Costantinopoli, vissuto in Oriente e denominato "Catacolo" o "Caracolo", poi Caracciolo. Faceva parte dei "Caracolo" di Bisanzio la moglie dell'imperatore Arcadio, Eudossia, vissuta nel IV secolo d.C. Inoltre, un monastero sito sul monte Athos, in Grecia, è denominato "Caracolo"in memoria del suo fondatore, un Caracciolo. 
La famiglia Caracciolo è attestata a Napoli fin dall'VIII secolo d.C. La prova di questa esistenza è data da un breve di papa Eugenio IV datato 1444 nel quale, per risolvere una controversia tra le famiglie Acciapaccia e Caracciolo, si cita l'esistenza in Napoli, da circa 600 anni, di un ospedale fondato dall'abate Pietro Caracciolo presso la Chiesa di Santa Maria a Selice.
I Caracciolo, durante il periodo del ducato napoletano, appartenevano al ceto cosiddetto dei "nobiliores homines", ossia al primo ceto della città.
Secondo alcuni, il capostipite della famiglia sarebbe stato un tale Pietro vissuto nell'VIII secolo, dal quale discesero Teodoro, Anna e Letizia. Da Teodoro derivarono Filippo e l'abate Pietro, fondatore quest'ultimo dell'ospedale già nominato. La famiglia, molto numerosa, si divise in più rami dando origine anche a nuove famiglie, tra le quali, secondo alcuni, quella dei Carafa. La divisione della famiglia avvenne con i discendenti di un Giovanni Caracciolo vissuto nel XII secolo. Dai figli di costui si ebbero quattro diramazioni. Landolfo, che sposò Anna Gaetani, fu il capostipite dei Caracciolo Rossi, Riccardo dei Caracciolo Canella, Reginaldo dei Caracciolo di Capua e Gregorio dei Caracciolo Carafa. Dal figlio secondogenito di Landolfo Caracciolo, Filippo, discesero i Caracciolo Pisquizi. Secondo altre testimonianze, il capostipite dei Caracciolo Rossi sarebbe stato invece Riccardo, primogenito di Landolfo. Tra i membri della famiglia si ricordano Giovanni Caracciolo del Sole, conosciuto come "Sergianni" Caracciolo (1372-1432), conte di Avellino, duca di Venosa e principe di Capua, il quale ebbe un ruolo determinate nel piano di governo della regina Giovanna II d'Angiò; Gian Galeazzo Caracciolo, che aderì alla Riforma protestante; l'ammiraglio Francesco Caracciolo di Brienza che, dopo aver riportato vittorie e onori al comando della flotta borbonica, coinvolto negli eventi del 1799, fu condannato a morte e giustiziato nello stesso anno 1799; il tenente colonnello Emanuele Caracciolo, duca di San Vito (1805-1860), figlio secondogenito di Lelio Caracciolo e di Teresa Revertera dei duchi della Salandra, il quale difese la piazzaforte di Gaeta durante l'assedio (1860-1861).
Il ramo dei Caracciolo, principi di Melissano discende dai Caracciolo duchi di Martina, che a loro volta, discendono dal ramo dei Caracciolo Pisquizi.
La famiglia Caracciolo duchi di Martina acquisì numerosi feudi non solo nell'Italia Meridionale, ma fin dal 1466, anche in Medio Oriente, in seguito al matrimonio tra Francesco Caracciolo e la principessa greca di Casa Paleologo, figlia dell'ultimo imperatore d'Oriente, Costantino Paleologo. Tra i feudi orientali che passarono ai Caracciolo di Martina, era il principato di Bisalzia con relativi diritti di successione al trono dell'Impero d'Oriente.
Nel 1724, con privilegio dell'imperatore Carlo VI, fu conferito loro il titolo di principi sul feudo di Melissano.
Tale titolo passò per refuta di Giambattista Caracciolo, figlio primogenito, secondo marchese di Amorosi e figlio primogenito di Francesco Caracciolo e di Laura Capece Minutolo, al fratello terzogenito Nicola Caracciolo, terzo marchese di Amorosi e primo principe di Melissano dal 14 ottobre 1724. Per il matrimonio di questi con Cornelia d'Afflitto, i Caracciolo di Melissano ereditarono dalla famiglia amalfitana dei D'Afflitto i titoli di principi di Scanno, duchi di Barrea, conti di Trivento, conti di Loreto, baroni di Villa Barrea e Scontrone.
Secondo principe di Melissano e primo principe di Scanno, primo duca di Barrea, conte di Trivento e di Loreto, quarto marchese di Amorosi e marchese di Taviano, fu Francesco Caracciolo, figlio di Nicola Caracciolo e di Cornelia d'Afflitto. In seguito al matrimonio tra Francesco Caracciolo e Margherita Argento, unica figlia del presidente del Sacro Regio Consiglio, duca Gaetano Argento, avvenuto nel 1732, si estinse nei Caracciolo di Melissano la famiglia Argento.
Dal matrimonio dei precedenti nacquero Maria Cornelia e Giovan Battista Caracciolo, terzo principe di Melissano, il quale sposò nel 1773 Anna Francesca Caracciolo, dei marchesi di Sant'Eramo. Tra i loro cinque figli, il primogenito Nicola ereditò tutti i titoli paterni e fu quarto principe di Melissano. Dal suo matrimonio con Anna Spinelli nacquero diversi figli, tra i quali Giambattista Caracciolo, il quale fu quinto principe di Melissano. Il figlio Alberto Caracciolo, fu sesto principe di Melissano, ma per la sua morte, avvenuta nel 1886, il titolo passò ad una sorella di Giambattista Caracciolo, Cornelia, la quale, settima principessa di Melissano, sposò Michele Cafaro, duca di Riardo. In Casa Cafaro, duchi di Riardo si estinse la linea primogenita dei Caracciolo, principi di Melissano: tutti i titoli di Casa Caracciolo di Melissano furono infatti riconosciuti con decreto ministeriale del 6 aprile 1889 al figlio di Michele Cafaro e di Cornelia Caracciolo, Giovan Battista Cafaro duca di Riardo, il quale divenne ottavo principe di Melissano, settimo principe di Scanno, settimo principe di Barrea, decimo marchese di Amorosi, settimo marchese di Taviano, conte di Loreto e conte di Triveneto, il quale morì senza eredi.
Il ramo dei Caracciolo di Melissano sopravvive nella linea secondogenita discesa da Francesco Antonio Caracciolo, conte nel 1813.
Tra gli esponenti della famiglia Caracciolo di Melissano si ricordano: Tommaso, arcivescovo di Capua che accompagnò l'imperatore Carlo V durante il suo ingresso a Napoli nel 1535; Francesco Antonio Caracciolo, dei principi di Melissano, gentiluomo di camera e maggiordomo di settimana di re Ferdinando IV di Borbone, cameriere "segreto" di papa Pio VII, ambasciatore a Vienna e in Francia nel 1813, ministro plenipotenziario a Madrid nel 1814, cavaliere dell'Ordine di Malta e consigliere privato di re Gioacchino Murat dal quale ottenne il titolo di Conte nel 1813.
Si ricorda ancora Ambrogio Caracciolo, cameriere di papa Benedetto XV e di papa Pio XI, che nel 1916 sposò Lucia Anna dei conti Barbellini Amidei. Dal loro matrimonio nacquero nel 1917 due gemelli, Filippo e Francesco, decorati al valor militare durante la seconda guerra mondiale. Dal fratello di Filippo Caracciolo, nono principe di Melissano, Francesco Caracciolo, principe di Scanno e da Pia Maria d'Aquino dei principi di Caramanico, nacque nel 1959 Landolfo Ambrogio Caracciolo di Melissano, attuale rappresentante della famiglia e principe di Scanno, duca di Barrea, marchese di Amorosi, marchese di Taviano, conte di Trivento, conte di Melissano, barone di Villa Barrea e di Scontrone, patrizio napoletano, Cavaliere di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Cavaliere di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il quale si è adoperato per il recupero dell'archivio di famiglia e per il suo deposito presso l'Archivio di Stato di Napoli.
documentazione collegata
Caracciolo di Melissano
fonti
Candida Gonzaga Berardo, de, Memorie delle Famiglie Nobili dell'Italia Meridionale, 1875;
Enciclopedia storico-nobiliare, a cura di V. Spreti, ristampa anastatica Forni, Bologna 1978;
Stefania d'Aquino di Caramanico, "La Sovrintendenza Archivistica e gli Archivi Gentilizi", in Documenti e ricerche, Sovrintendenza Archivistica per la Campania, vol. 1, Napoli 1984;
Anna Maria Siena Chianese, "La Nobiltà Napoletana, Oggi incontri", Adriano Gallina Editore, Napoli 1992.
Nicola della Monica, "Le grandi famiglie di Napoli", Newton & Compton Editori, Roma 1998.
Riferimenti su internet: www.sardimpex.com