serie
Famiglie
codice
0000000774
intestazione autorizzata
De Vito Piscicelli Taeggi (secc. XVII-); Napoli
date di esistenza
sec. XVII-
luogo/hi
Napoli
(residenza)
storia
La famiglia Piscicelli, detta anche "Ollopisce", fu originaria di Napoli, anche se alcuni la dicono di origini longobarde. Il primo antenato che si ricorda è Leodoro Piscicello, il quale fu, nell'anno 997, generale di cavalleria dell'Imperatore Basilio II. Al tempo di re Ruggiero II il Normanno vissero Leone e Cesario Piscicelli. Jacopo Piscicelli fu maggiordomo dell'imperatore Enrico VI, mentre un Giosuè Piscicelli fu al servizio dell'imperatore Federico II di Svevia. Al tempo degli angioini e degli aragonesi troviamo vari esponenti della famiglia al servizio dei sovrani appartenenti alle due dinastie, come, ad esempio, Alberico Piscicelli, ciambellano di re Carlo I d'Angiò, al quale il re concesse la baronia di Grotteria.
Pietro Piscicelli fu consigliere e familiare di re Carlo II d'Angiò, mentre Tommaso fu vicario generale dello Stato di Salerno e compagno di re Roberto d'Angiò.
La famiglia Piscicelli, nel corso del XIV secolo, si ritrova con il doppio cognome di Capece-Piscicelli, assunto in seguito alla sua aggregazione al Seggio di Capuana. I Piscicelli ottennero grandi ricchezze e potenza durante il regno di Giovanna I d'Angiò, di Roberto d'Angiò e durante quello degli Angiò-Durazzo; inoltre vestirono l'abito di Malta fin dal 1410. Durante il regno degli Aragonesi, uno degli esponenti più importanti della famiglia fu Berardo Piscicelli, sovrintendente delle fortezze di Terra d'Otranto e di terra di Bari, nonché familiare e consigliere di Ferdinando I e di Alfonso d'Aragona. Tra i prelati di casa Piscicelli si ricordano Nicolò, vissuto al tempo di Alfonso I d'Aragona, nominato vescovo di Bisignano nel 1445 e arcivescovo di Salerno nel 1449; Rinaldo Piscicelli, nominato arcivescovo di Napoli nel 1451 e cardinale nel 1456 da papa Callisto III. Alcuni membri della famiglia, trasferitisi a Sessa Aurunca verso la metà del quattrocento, diedero origine al ramo dei Piscicelli di Sessa che si estinse con Niccolò dopo il 1730. I Piscicelli di Sessa si imparentarono con la famiglia De Vito, che ne assunse il cognome. I De Vito, attestati fin dal secolo XIV, originari di Gaeta, si trasferirono a Sessa intorno alla metà del'600, in seguito al matrimonio celebrato nel 1684, tra Giulia Piscicelli, ultima erede della famiglia e Francesco De Vito. I discendenti dei De Vito Piscicelli, tornati a Napoli verso la fine del '700, vennero comunemente indicati con il solo cognome di Piscicelli.
Il ramo primogenito della famiglia Capece-Piscicelli, duchi di Capracotta, si estinse nella famiglia Piromallo, che ne ereditò il cognome e il titolo di duca di Capracotta.
Dalla famiglia De Vito Piscicelli discendono due rami: quello dei De Vto Piscicelli Longobardi De la Cruz Ahedo, in seguito al matrimonio tra Francesco Piscicelli e Felicia Longobardi de la Cruz Ahedo, celebrato nel 1798, e il ramo dei De Vito Piscicelli Taeggi, in seguito al matrimonio di Carlo De Vito Piscicelli con Rachele Taeggi, celebrato nel 1822. Della famiglia De Vito Piscicelli Taeggi, si ricordano Oderisio (1840-1917), monaco benedettino e abate di Cava dei Tirreni, nonché priore di San Nicola di Bari; Giacomo (1865-1912), il quale fu ufficiale di artiglieria e fu, tra il 1907 e il 1911, assessore al Comune di Napoli; Maurizio (1871-1917) - al quale è intitolata a Napoli una famosa strada nel quartiere Vomero-, che, ufficiale di cavalleria, combattè nella guerra greco-turca del 1897, fu uno degli esploratori dell'Africa Equatoriale e cadde in combattimento a Caporetto nel 1917; Oderisio (1900-1979), ufficiale di artiglieria, il quale combattè in Africa settentrionale, decorato con tre medaglie d'argento e due croci di guerra. Oderisio De Vito Piscicelli Taeggi fu anche amante delle lettere e appassionato di studi storici napoletani.
La famiglia De Vito Piscicelli Taleggi si imparentò con la famiglia Compans, in seguito al matrimonio tra Riccardo De Vito Piscicelli Taeggi e Gabriella Compans de Brinchanteau Challant, dai quali pervenne l'archivio della famiglia.
Nel 1959 la famiglia De Vito Piscicelli Taeggi è stata insignita del titolo di conte, concesso da Umberto II di Savoia, in linea maschile primogenita e in persona del già nobile De Vito Piscicelli Taleggi Carlo, con estensione del titolo "dei Conti", in linea maschile e femminile, al fratello Arturo; nel 1967, il già citato Oderisio De Vito Piscicelli Taeggi ottenne il titolo di conte in linea primogenita maschile.
Pietro Piscicelli fu consigliere e familiare di re Carlo II d'Angiò, mentre Tommaso fu vicario generale dello Stato di Salerno e compagno di re Roberto d'Angiò.
La famiglia Piscicelli, nel corso del XIV secolo, si ritrova con il doppio cognome di Capece-Piscicelli, assunto in seguito alla sua aggregazione al Seggio di Capuana. I Piscicelli ottennero grandi ricchezze e potenza durante il regno di Giovanna I d'Angiò, di Roberto d'Angiò e durante quello degli Angiò-Durazzo; inoltre vestirono l'abito di Malta fin dal 1410. Durante il regno degli Aragonesi, uno degli esponenti più importanti della famiglia fu Berardo Piscicelli, sovrintendente delle fortezze di Terra d'Otranto e di terra di Bari, nonché familiare e consigliere di Ferdinando I e di Alfonso d'Aragona. Tra i prelati di casa Piscicelli si ricordano Nicolò, vissuto al tempo di Alfonso I d'Aragona, nominato vescovo di Bisignano nel 1445 e arcivescovo di Salerno nel 1449; Rinaldo Piscicelli, nominato arcivescovo di Napoli nel 1451 e cardinale nel 1456 da papa Callisto III. Alcuni membri della famiglia, trasferitisi a Sessa Aurunca verso la metà del quattrocento, diedero origine al ramo dei Piscicelli di Sessa che si estinse con Niccolò dopo il 1730. I Piscicelli di Sessa si imparentarono con la famiglia De Vito, che ne assunse il cognome. I De Vito, attestati fin dal secolo XIV, originari di Gaeta, si trasferirono a Sessa intorno alla metà del'600, in seguito al matrimonio celebrato nel 1684, tra Giulia Piscicelli, ultima erede della famiglia e Francesco De Vito. I discendenti dei De Vito Piscicelli, tornati a Napoli verso la fine del '700, vennero comunemente indicati con il solo cognome di Piscicelli.
Il ramo primogenito della famiglia Capece-Piscicelli, duchi di Capracotta, si estinse nella famiglia Piromallo, che ne ereditò il cognome e il titolo di duca di Capracotta.
Dalla famiglia De Vito Piscicelli discendono due rami: quello dei De Vto Piscicelli Longobardi De la Cruz Ahedo, in seguito al matrimonio tra Francesco Piscicelli e Felicia Longobardi de la Cruz Ahedo, celebrato nel 1798, e il ramo dei De Vito Piscicelli Taeggi, in seguito al matrimonio di Carlo De Vito Piscicelli con Rachele Taeggi, celebrato nel 1822. Della famiglia De Vito Piscicelli Taeggi, si ricordano Oderisio (1840-1917), monaco benedettino e abate di Cava dei Tirreni, nonché priore di San Nicola di Bari; Giacomo (1865-1912), il quale fu ufficiale di artiglieria e fu, tra il 1907 e il 1911, assessore al Comune di Napoli; Maurizio (1871-1917) - al quale è intitolata a Napoli una famosa strada nel quartiere Vomero-, che, ufficiale di cavalleria, combattè nella guerra greco-turca del 1897, fu uno degli esploratori dell'Africa Equatoriale e cadde in combattimento a Caporetto nel 1917; Oderisio (1900-1979), ufficiale di artiglieria, il quale combattè in Africa settentrionale, decorato con tre medaglie d'argento e due croci di guerra. Oderisio De Vito Piscicelli Taeggi fu anche amante delle lettere e appassionato di studi storici napoletani.
La famiglia De Vito Piscicelli Taleggi si imparentò con la famiglia Compans, in seguito al matrimonio tra Riccardo De Vito Piscicelli Taeggi e Gabriella Compans de Brinchanteau Challant, dai quali pervenne l'archivio della famiglia.
Nel 1959 la famiglia De Vito Piscicelli Taeggi è stata insignita del titolo di conte, concesso da Umberto II di Savoia, in linea maschile primogenita e in persona del già nobile De Vito Piscicelli Taleggi Carlo, con estensione del titolo "dei Conti", in linea maschile e femminile, al fratello Arturo; nel 1967, il già citato Oderisio De Vito Piscicelli Taeggi ottenne il titolo di conte in linea primogenita maschile.
documentazione collegata
fonti
Riferimenti su internet: www.cnicg.net