struttura gerarchica
  • 150° anniversario dell'Unità d'Italia 
  • L'azione dei prefetti del Mezzogiorno nel periodo post-unitario 
serie
150° anniversario dell'Unità d'Italia
livello di descrizione
recordgrp
livello di descrizione
liv.2
titolo e estremi cronologici
IV - I problemi dell'Unificazione: il ruolo del Prefetto
ambiti e contenuto
Non solo problemi militari si riversarono sul neonato Regno d'Italia. Anche maggiori si dimostrarono le difficoltà amministrative [32] Fu necessaria un'attenta e capillare azione di governo: impartire direttive univoche per il buon funzionamento della pubblica amministrazione [33] [34], conoscere il territorio per poterlo ben controllare [35], esigere il pagamento delle tasse [36], risarcire le vittime dell'occupazione, creare il consenso dell'opinione pubblica [37], trovare una soluzione alla camorra e al brigantaggio.

Il brigantaggio, fenomeno endemico nel Mezzogiorno, assunse caratteristiche peculiari all'indomani della caduta di Gaeta, quando gruppi di soldati e ufficiali del disciolto esercito borbonico si riorganizzarono per continuare la guerra contro l'invasore piemontese [38]. Ai fuorusciti si unirono esponenti degli strati più emarginati della popolazione, che avvertivano come altrettanti soprusi l'introduzione di nuove tasse particolarmente impopolari, come quella sul macinato, e la leva militare obbligatoria [39].

Toccò al Prefetto di Napoli il difficile compito di mediatore fra tante diverse esigenze: dalla corretta applicazione della terribile "Legge Pica" [40], alla creazione di una cassa per le vittime del brigantaggio, alimentata dalle sottoscrizioni degli stessi cittadini [41] [42], alla distribuzione di premi per quanti combattevano i banditi [43].