serie
Enti
codice
0000000358
intestazione autorizzata
Amministrazione generale delle poste e procacci, Napoli
contesto: Regno di Napoli; Regno delle due Sicilie
date: 1809 - 1860
date di esistenza
1809 - 1860
storia
Con decreto del 28 febbraio 1806 ("Editto con cui si organizza la Polizia generale"), il governo francese, appena instaurato, affidò la soprintendenza generale della posta, delle lettere e dei cavalli al Ministero della polizia generale. Nel 1809, con decreto dell'11 marzo, fu costituita in Napoli, alle dipendenze del Ministero delle finanze, l'Amministrazione generale delle poste e dei procacci, i cui organi periferici erano Direzioni provinciali stabilite nei capoluoghi di provincia. Dopo la restaurazione, con decreto 25 marzo 1819, l'Amministrazione generale delle poste e dei telegrafi fu posta alle dipendenze del Ministero delle finanze, con una Direzione generale residente a Napoli. Nelle province il servizio era affidato a Direttori di prima, seconda e terza classe. Le Direzioni stabilite nei capoluoghi di provincia avevano il compito di vigilare sul servizio di posta dell'intera provincia. Il decreto del 26 novembre 1821 confermò la denominazione di Amministrazione generale delle poste e procacci attribuita al ramo delle poste e dei procacci prese. Riuniti tutti i rami dell'amministrazione provinciale del Ministero delle finanze con decreto 10 gennaio 1825, il ramo postale e quello delle lotterie costituirono un'eccezione nell'ambito di questa riorganizzazione e pertanto restarono distinti e autonomi. Funzione primaria dell'Amministrazione era quella di sovrintendere al servizio della corrispondenza pubblica e privata, tanto per i reali domini, quanto all'estero. A tal fine, si occupava della preparazione dei cavalli e delle vetture adibite al trasporto della posta e dei viaggiatori, nonché dell'organizzazione del servizio dei procacci, "destinati al trasporto di denaro ed effetti di privati e di fondi della Tesoreria generale spediti dalle province di Napoli" (Landi, p.373).
Un direttore generale coordinava il lavoro di un ispettore, di un segretario e di un agente contabile.
Ogni capoluogo di provincia aveva una propria direzione provinciale e, in taluni casi, uffici particolari che organizzavano il servizio a livello locale. Per Napoli e province furono predisposte tre officine (di spedizione e d'arrivo, della francatura e di distribuzione), addette alla spedizione e distribuzione della posta, anche di quella estera, che affluiva a Napoli. Altri due uffici, quello dei procacci e delle vetture corriere, sovrintendevano al lavoro degli agenti in partenza e in arrivo e al servizio viaggiatori.
Nei comuni più piccoli si occupava del servizio il cancelliere comunale. La corrispondenza doveva essere raccolta in pacchi sigillati e contenuta in valige chiuse a chiave. Qualsiasi segno di manomissione veniva accuratamente registrato in un verbale in triplice copia, da spedire all'amministrazione generale delle poste, all'intendente della provincia e all'ufficio postale da cui il pacco proveniva.
Le tasse di affrancatura furono a carico del destinatario, fino al r.d. del 9 luglio 1857, con cui si istituirono i francobolli per i reali domini di qua del Faro e si dispose che la tassa postale fosse trasferita al mittente. L'uso del francobollo fu reso facoltativo fino al regolamento approvato con r.d. del 10 maggio 1859, con il quale fu autorizzata la vendita dei francobolli di qua e di là del Faro. Norme specifiche furono adottate per regolare gli itinerari, il tempo di percorrenza e le tariffe.
tipologia funzionale
uffici ed organi amministrativi
condizione giuridica
uffici centrali del periodo napoleonico e/o di governo provvisorio
uffici centrali della Restaurazione
relazioni gerarchiche - ente superiore
Regno di Napoli, governo di Napoli; Regno delle Due Sicilie. Ministero delle Finanze (1807 - 1860)
documentazione collegata
Amministrazione Generale delle Poste e Procacci
fonti
D. ANGIOLINI, C. PAVONE: Guida generale degli archivi di stato italiani, Ufficio centrale per i beni archivistici, Roma, Le Monnier, 1986, III, p. 55.
G. LANDI: Istituzioni di diritto pubblico del Regno delle Due Sicilie (1815-1861), Napoli, Giuffrè, 1977, tomo I, pp. 372-375.