serie
Enti
codice
0000000564
intestazione autorizzata
Dittatura delle province meridionali. Segreteria generale della dittatura, Napoli
contesto: Italia
date: 1860 set. 9 - 1860 ott. 7
date di esistenza
1860 set. 9 - 1860 nov. 8
storia
Su iniziativa dei democratici, che progettavano un'insurrezione in Sicilia, Garibaldi si dichiarò pronto ad intervenire con una spedizione di volontari per liberare l'isola dal dominio borbonico. Il 6 maggio 1860 partì da Quarto con più di mille volontari, sbarcando a Marsala dopo pochi giorni. Nello stesso mese, a Salemi, in nome di Vittorio Emanuele re d'Italia, assunse la dittatura. Dopo aver conseguito una vittoria memorabile a Calatafimi, entrò a Palermo, decretando la fine del governo borbonico in quella città. Proseguì alla volta di Milazzo, Messina, Siracusa e Augusta, liberando completamente l'isola. Pur contrastando con le direttive ufficiali del governo sabaudo, Garibaldi, certo dell'assenso segreto del re e su invito di Liborio Romano, entrò a Napoli il 7 settembre per continuare l'impresa nel resto del continente. Il suo progetto prevedeva la liberazione completa dell'Italia e la proclamazione di Vittorio Emanuele II re d'Italia. Il piano di Cavour di far insorgere Napoli prima dell'arrivo di Garibaldi, per creare un governo direttamente dipendente da Torino fallì miseramente. Con l'aiuto dell'esercito regio, sconfisse le ultime resistenze borboniche nella battaglia del Volturno, costringendo Francesco II a ritirarsi nelle fortezze di Capua e Gaeta. Giunto a Napoli, Garibaldi decretò l'aggregazione della Marina borbonica "alla squadra del re d'Italia Vittorio Emanuele, comandata dall'ammiraglio Persano". Nominò poi un governo così composto: Liborio Romano, presidenza e interno; Enrico Cosenz, guerra; Giuseppe Pisanelli, giusitizia; Antonio Scialoja, finanze; Rodolfo D'Afflitto, lavori pubblici; Antonio Ciccone, pubblica istruzione. Agostino Bertani fu segretario generale della Dittatura.
Il plebiscito, indetto da Garibaldi stesso il 21 ottobre, sancì l'annessione dei terrirori del Regno delle Due Sicilie all'Italia unita. Dopo lo storico incontro a Teano, Vittorio Emanuele entrò a Napoli il 7 novembre 1860 come sovrano d'Italia, determinando conseguentemente la fine del governo dittatoriale garibaldino.
Durante la spedizione, Garibaldi assunse la Dittatura in Sicilia il 14 maggio 1860, dssignando Francesco Crispi alla carica di profittatore, e la Dittatura a Napoli, affidando la Segreteria, come si è detto, al Bertani (decreto 20 settembre 1860). Pur avendo vita molto breve, quest'organo ebbe le stesse facoltà attribuite al Ministero della Presidenza del Consiglio dei ministri durante il precedente regime. Tenuto il plebiscito per l'annessione il 21 ottobre 1860, i cui risultati furono proclamati ufficialmente a Napoli il 3 novembre, Garibaldi s'incontrò il 25 ottobre presso Teano con Vittorio Emanuele, il quale entrò solennemente a Napoli il 7 novembre. Due giorni dopo Garibaldi partì per Caprera. La Segreteria della Dittatura fu soppressa con r.d. dell'8 novembre 1860. L'esecuzione del decreto fu affidata ai Ministeri dell'Interno, della Polizia e delle Finanze.
documentazione collegata
"Raccolta di decreti" del periodo della dittatura delle provincie meridionali
Registro di protocollo della Segreteria della Dittatura
fonti
G. CANDELORO: Storia dell'Italia moderna, Feltrinelli, 1979, V, 119 e segg.