struttura gerarchica
serie
Giunta del buon governo delle università
livello di descrizione
fonds
titolo e estremi cronologici
Giunta del buon governo delle università1729 - 1732
unità di descrizione Anagrafe collegata
Giunta del buon governo delle università
soggetto produttore
Giunta del buon governo delle Università, Napoli
storia istituzionale
La Giunta del Buon Governo delle Università fu creata il 4 dicembre del 1728 per vigilare sull'attuazione delle due prammatiche seicentesche, la numero XVII e numero XX de administratione Universitatum, concernenti lo stato delle università del Regno perché uno de' danni che sperimentava il Patrimonio reale consisteva nella impotenza di alcune Università, che non potevano pagare i pesi o per la cattiva gestione degli amministratori publici, o per la prepotenza de' Baroni, o per collusione di coloro che governavano la stessa Università: "Per attendere alla osservanza delle medesime si formò una giunta composta dal reggente del Collaterale Castelli, il quale la presiedava nel dì che non assisteva il signor Vicerè, da' Presidenti di Camera Conte Aguirre, e d. Carlo Ruoti, e da' Consiglieri d. Antonio Magiocca, e d. Francesco Crivelli coll'intervento di uno de' Fiscali Togati, ed altro di Cappa e Spada, il quale sarà il Razionale d. Gennaro Paziente come pratico..." . Il 10 marzo dello anno successivo, con la prammatica XXII, fu emanato un bando , suddiviso in quattro punti per determinare provvedimenti favorevoli alle università, norme per gli amministratori, per individuare coloro che dovevano pagare la bonatenenza, per le gabelle e privative, e per la denuncia dei corpi stabili delle università. La giunta avrebbe dovuto costringere la feudalità al pagamento per i beni burgensatici, cioè di natura non feudale, che possedevano nei vari comuni del regno, ovvero al pagamento della bonatenenza, importante cespite d'entrate che avrebbe consentito alle università di sostenere senza indebitarsi i propri debiti.

Il dispaccio che la creò ordinava "la rinnovazione delle prammatiche XVII e XX sotto il titolo "De Administratione Universitatum" , la prima del 1650 intitolata "Super solutione ferenda creditoribus universitatum Regni diversae fiunt ordinationes ut intus". La prammatica XX, "Providet circa introitus universitatum regni et illorum levamen", è del 1682 e al punto ottavo dichiarava che "perché tra le principali cause, che cagionano i residui  delle università del regno, si è conosciuto, sia, perché i baroni per li loro beni burgensatici, quali posseggono, non pagano a beneficio dell'università la bonatenenza, come sono obbligati e quasi tutte le università in riguardo dell'autorità del barone, e timore, che tengono, trascurano d'accudire in questa Regia Camera per detto pagamento ancirché vi sia via esecutiva, almeno per dieci anni in qua, convenendo rimediare a questo grave inconveniente per sollievo di dette Università, ed operare, che i Baroni paghino quello, che per ragione chiara. ed indubitata, deggiono; …" . Le terre di residuo erano definite quelle università che si trovavano nel bilancio un debito verso la regia Corte per il pagamento dei fiscali, principale imposta diretta nel sistema tributario del Regno di Napoli dall'epoca aragonese: nel decennio precedente la formazione della Giunta già operava all'interno della Sommaria una "Camera abbreviata" proprio per occuparsi delle terre di residuo .

La distinzione tra i beni non feudali dei signori costringeva i nobili, sia laici che ecclesiastici, a presentare documenti, a volte, importanti ed antichi: molto spesso compaiono degli estratti richiesti all'archivista della Regia Camera della Sommaria, copie di atti publici tratti soprattutto dai volumi dei Relevi o dei Cedolari. La sua attività fu però molto contrastata dalla nobiltà e la città in data 29 maggio 1734 ne chiese l'abolizione con un donativo, destino simile ad altri tentativi di intervento per risanare i bilanci delle università del regno. Il lavoro della Giunta venne trasferito nuovamente ad una "Camera abbreviata de' ministri" . Tra le motivazioni che nel Consiglio Collaterale si portarono per la sua abolizione si legge che essa "senza che apporti al fisco utile alcuno, riesce di sommo gravame non solamente a' Baroni per i litigj che sono obbligati a sostenere, e per le ubbidienze che hanno perduto de' loro vassalli; ma anche alle università stesse, le quali si dissenguano per le spese delle liti, e per lo mantenimento qui de' loro diputati che ciascuna fa assistere, ed a' quali è obbligata di pagar le diete" .



Nel bando del marzo 1729, pubblicato nella prammatica XXII, da pubblicarsi in tutte le città, terre e casali del regno si ordinò a tutti gli amministratori dei comuni di presentare una dichiarazione giurata delle somme che dovevano riscuotere per la bonatenenza, con l'elenco delle persone che sono debitrici e la descrizione dei loro beni. Una seconda dichiarazione giurata riguardava  "le gabelle, jussi, ed altre entrate" che presentemente la loro università possedeva come ancora, se alcuna di esse, si trovava ceduta, assegnata, pignorata, permutata, o in qualunque altra maniera distratta ad altri colla distinzione delle persone dei tempi e delle cause per le quali si trovava fatto l'assegnamento, cessione, pignorazione e distrazione."; infine gli amministratori dovevano elencare tutti i corpi stabili, che attualmente la loro università possedeva e se da cent'anni a questa parte, alcuni di essi n'era stato alienato, pignorato, ceduto, permutato o in qualunque maniera distratto, colla distinzione delle rendite, che da ciascuno dei suddetti corpi, delle persone, che presentemente li posseggono, e dei tempi, cause e contratti, coi quali son seguite le distrazioni.



Le istruzione inviate alle singole comunità del regno sono interessanti per comprendere come doveva operava la singola università. Esse fanno espressamente riferimento alla "liquidazione della bonatenenza": per fare ciò si ordina di redigere le rivele o fedi giurate di tutti i beni posseduti dai forestieri abitanti. L'università doveva eleggere in pubblico Parlamento i sei deputati (due de migliori, due de mediocri e due de forestieri) ed infine quattro estimatori che dovevano procedere, dopo aver valutate le rivele, all'apprezzo e stima dei corpi centenuti nelle rivele e fedi come parimenti alla liquidazione della bonatenenza.
strumento di ricerca
0968 Giunta del buon governo delle università - Abruzzo Citra
0969 Giunta del buon governo delle università - Calabria Citra e Calabria Ultra
0970 Giunta del buon governo delle università -Terra di Bari
0971 Giunta del buon governo delle università - Terra d'Otranto
note
Per le province di Capitanata, Principato Citeriore e Ulteriore, al momento, non sono state reperite fonti
informazioni redazionali
L'inventario è a cura del dott. Ferdinando Salemme (2010 - 2012).

Coordinamento scientifico dott. Fausto de Mattia.
Responsabile del procedimento per la pubblicazione sul web dott.ssa Silvana Musella.