struttura gerarchica
  • Ministero degli affari esteri. Governo di Napoli (1806-1815) - Inventario  1806 - 1815 
  • Archivio generale o grande del Ministero degli affari esteri  1806 - 1815 
serie
Governo di Napoli (1806-1815) - Inventario
livello di descrizione
subseries
titolo e estremi cronologici
Legazioni e consolati1806 - 1815
ambiti e contenuto
I rapporti con l'estero erano tenuti dal ministero, prevalentemente attraverso una corrispondenza periodica o legata agli avvenimenti, con i propri agenti e con i rappresentanti dei paesi esteri residenti nel regno.
Si sono formate quindi due distinte serie di carteggi, rispettivamente per quelli riguardanti i rappresentanti napoletani e francesi e per quelli stranieri. A causa della sua appartenenza al sistema politico francese infatti, il Regno di Napoli faceva riferimento anche ad alcune rappresentanze diplomatiche francesi per regolare i propri rapporti con i rispettivi Stati. In alcuni casi si è rilevata una corrispondenza con rappresentanze francesi anche in località in cui già risiedevano agenti napoletani.
Legazioni e consolati costituivano generi di rappresentanze distinte in base alla loro natura politica o amministrativa. Le legazioni, istituite presso i governi esteri, rappresentavano infatti il sovrano e lo Stato. I compiti loro assegnati, essenzialmente di natura politica, costituivano una sorta di missione presso il governo straniero, i cui obiettivi erano definiti con istruzioni generali e specifiche, consegnate a ciascun incaricato al momento della designazione. Affari di Stato erano quelli riguardanti la pace, la guerra, le alleanze e tutto ciò che potesse aver relazione con il pubblico interesse.
Le rappresentanze diplomatiche, divenute stabili e permanenti durante l'età moderna, erano affidate a ufficiali il cui rango rifletteva la natura dei rapporti diplomatici fra gli Stati. Questo tipo di personale era costituito quindi, in ordine decrescente di status, da ambasciatori, inviati straordinari e ministri plenipotenziari, incaricati d'affari. Alla legazione era assegnato anche un segretario che aveva funzioni vicarie, in caso di impedimento o di assenza del titolare. Un cancelliere curava la redazione degli atti e la tenuta dell'archivio diplomatico. Alla Legazione di Parigi fu associato nel 1812 anche un consigliere, con il compito di svolgere una sorta di apprendistato, collaborando al contempo all'attività della sede diplomatica.
I consolati invece dovevano difendere gli interessi e le attività dei sudditi. Insediati soprattutto negli snodi delle rotte commerciali e quindi nei porti più frequentati dalle navi mercantili del proprio paese, i consoli potevano nominare viceconsoli nel territorio della giurisdizione loro affidata. Per proteggere gli interessi commerciali dei connazionali, i consolati svolgevano un'attenta attività di monitoraggio del movimento mercantile e dell'andamento dei prezzi; anche lo stato della salute pubblica, in quanto fattore di grande rilievo per il commercio e per la navigazione e di potenziale turbamento delle relazioni internazionali, era oggetto di speciale attenzione da parte degli agenti consolari.
I titolari di legazioni e di consolati dovevano essere in possesso di una patente, riconosciuta dal governo presso cui andavano a risiedere.
La corrispondenza con gli agenti napoletani era costituita generalmente dai "rapporti regolari" inviati periodicamente da questi al ministro, dalle risposte che pervenivano loro da Napoli, spesso chiamate dispacci, e da fascicoli che riunivano la documentazione riguardante affari di particolare rilievo. Questi fascicoli possono riguardare la stessa nomina dei titolari degli uffici all'estero e comprendere anche carteggio con altre autorità necessario ad istruire l'affare.
Anche i diplomatici francesi incaricati di rappresentare all'estero il Governo di Napoli informavano il Ministero degli affari esteri, attraverso relazioni periodiche sugli avvenimenti di rilievo.
Con i rappresentanti stranieri la corrispondenza, che comprendeva spesso un intenso e reciproco scambio di informazioni, riguardava le questioni che via via sorgevano tra i due paesi, dalle relazioni fra i governi agli interessi di organizzazioni o dei singoli cittadini stranieri.
Nella corrispondenza periodica si riflette l'impegno dell'incaricato napoletano di trasmettere informazioni su tutto ciò che riteneva potesse interessare il governo, sulla base delle direttive e delle istruzioni ricevute da questo.
Per alcuni affari si instaurava una corrispondenza specifica, spesso riunita in fascicoli, comprendenti a volte anche memorie e allegati necessari alla risoluzione dei problemi. Oltre ad informare il ministero, l'incaricato spesso poneva quesiti sul comportamento da tenere dinanzi a questioni che non si sentiva di affrontare con il solo proprio giudizio. Altre volte si trattava invece dell'inoltro di suppliche e di istanze di privati sudditi napoletani o locali o di segnalazioni o di raccomandazioni di persone. Fanno parte della corrispondenza anche gli stessi provvedimenti con cui il Ministero degli affari esteri nominava o destituiva gli incaricati e le richieste che questi trasmettevano in rapporto a interessi e a questioni personali, connesse o meno con lo svolgimento del proprio incarico.
Rispettando un criterio adottato dagli stessi addetti del ministero, nella descrizione dei documenti, si sono indicate come legazioni tutte le missioni diplomatiche napoletane all'estero, sia che fossero rappresentanze formalmente costituite e organizzate, sia che si trattasse della presenza di un semplice incaricato d'affari.
Per ciascuna legazione e per ciascun consolato si sono indicati i nomi dei titolari ove attestati dalla documentazione rinvenuta.
Nell'ambito di questa grande serie si sono distinte le legazioni dai consolati e ognuno di questi due gruppi è stato articolato secondo l'ordine alfabetico delle località in cui legazioni e consolati avevano sede.
Sotto la denominazione dell'ufficio, si sono indicati i nomi dei titolari attestati dai documenti, nella forma e con gli estremi cronologici riscontrati.