struttura gerarchica
  • Regia Camera della Sommaria > Liquidazione dei conti > Conti delle Università  1524 - 1807 
serie
Liquidazione dei conti. Conti delle Università - Inventario della Terra di Lavoro
livello di descrizione
subseries
titolo e estremi cronologici
Fedi d'entrate e pesi delle università della provincia di Terra di lavoro
storia istituzionale
Durante il periodo viceregnale austriaco (1707-1734) numerose furono le iniziative rivolte ad alleviare le comunità locali dal peso dei debiti contratti: Il vicerè Daun, "Stando el principal intento del Real animo de su Maiestad mirar por el alivio de estos Pueblos, y minorar lo mas que se pudiere los cargos de los Universidades de este Reyno", con dispaccio del 26 novembre del 1707, chiese di "sin dilaccion embie ordenes al Tribun.l de la Camara a todas las Univesidades de las Prov.as del Reyno, paraque con toda brevedad remitan a alho Tribunal en forma valida, y autentica los estados distintos, iurados, y enteros de todos sus pesos y gastos forzossos, firmados de los sindicos y administradores de allas" (Sommaria, Dispacci, busta n. 95, anno 1707/1708, pag. 91)

Nel gennaio del 1710 furono chieste alle università la nota dei bonatenenti, degli assenti possessori, dei chierici coniugati, dei feudi ecclesiastici e dei creditori istrumentarii.

Venne creata nei primi anni venti una Camera abbreviata, all'interno della Regia Camera della Sommaria, per esaminare le università in situazione critica. Allo scopo di richiamare all'erario le quote alienate delle funzioni fiscali fu creato nel 1729 il Banco di San Carlo e, per il riordino della finanza locale, fu istituita nel 1729 una Giunta delle università o del buon governo.

Una nuova numerazione dei fuochi decisa con reale dispaccio dicembre 1731 venne iniziata nel febbraio 1732 e portata a termine quasi ovunque: fu utilizzata solo parzialmente a fini tributari per il computo della situazione del 1737, perché, oramai, era nata una nuova e autonoma realtà politica, il Regno di Napoli, con Carlo di Borbone.
storia archivistica
Dall'esame della consistenza documentaria, (molti volumi sono stati identificati dal dott. Fausto De Mattia nel fondo degli Attuari diversi) sembra che la loro produzione si collochi prevalentemente nella prima metà del 700 (sono stati trovati, solo per alcune province, Abruzzo Citeriore e Contado di Molise, alcuni volumi antecedenti il 1700; il più antico dei quali risale al 1687).
Gli "Stati generali delle imposte straordinarie e ordinarie della provincia di Terra di Lavoro", compilati dal percettore, pare confermino tale ipotesi: abbiamo riscontrato che l'indicazione della "fedi d'entrate e pesi" si trova solo dal 1710, dopo il "distretto" iniziale, ed il riepilogo del pagamento delle varie tasse diviso in ordine alfabetico per università.
Normalmente le fedi venivano consegnate al percettore a partire dal settembre dell'anno in corso, ad esempio il 1710 e potevano sforare l'anno (l'anno amministrativo partiva, in effetti da settembre ad agosto); lo Stato generale del 1710, invece, era redatto nel primo semestre del 1711. Non mancavano le città restìe alla compilazione di questo bilancio, come attesta la richiesta, da parte del percettore Francesco Maglione, dell'invio delle fedi d'entrate e pesi alle università inadempienti (I Conti delle Università, 761_vol. 2, carta 1-4): tra queste, troviamo,ad esempio, San Giorgio a Cremano di cui non abbiamo trovato alcuna fede.
ambiti e contenuto
I Volumi di "Fedi d'entrate e pesi" delle università del regno, materialmente collocati nella serie dei Conti delle università, a conclusione della consistenza documentaria delle rispettive province, rappresentano una fonte indispensabile per lo studio della storia delle municipalità del Mezzogiorno. In essi sono presenti i bilanci preventivi di tutte le università della provincia, sottoscritti dai rispettivi sindaci e corroborati con timbri a secco o ad inchiostro.
Si tratta di volumi rilegati contenenti i bilanci di previsione delle entrate e delle spese che le università erano tenute a presentare al regio percettore. Quest'ultimo li spediva, rilegati in volumi con l'indicazione dell'anno e della tipologia di atti, ai maestri razionali della Regia Camera della Sommaria.
Questi volumi sono divisi per provincia. Ogni volume presenta i bilanci sistemati in ordine alfabetico: i casali, quando non compresi all'interno dello stesso bilancio, si collocano insieme alla città di appartenenza; ad esempio, per la Terra di Lavoro, tutti i volumi iniziano con la lunga serie dei casali di Aversa.
Le fedi erano compilati dagli eletti o sindaci dell'università e si aprono normalmente con queste formule: "In esecuzione dell'ordine emanato dal Magnifico Reggio Percettore, si fa piena ed indubitata fede da noi sottoscritti …. al presente sindici e cancelliero di questa terra di …, stato di … in Provincia di Terra di Lavoro; e dovunque, la presente spetterà vedere, o pure in qualsivoglia modo, sarà presentata in qualsivoglia corte tribunale o foro".
Si tratta di una documentazione uniforme ma non omogenea; solo nel 1760 la Sommaria impartirà precise indicazioni e disposizioni ai cancellieri delle università per la redazione di bilanci: i paesi più grandi come Nola, Pozzuoli, San Germano(Cassino), presentavano dei bilanci più articolati con le singole voci molto dettagliate: si può sapere, ad esempio, per quell'anno a chi era affittata la gabella della farina; nei bilanci degli altri paesi si trovano solo gli introiti ed i pesi descritti in modo generale.
Normalmente si ritrova, perché richiesto, il nome del feudatario o barone della città, oppure l'indicazione se l'università vivesse di catasto/apprezzo o a gabella/tassa (il passaggio per molti comuni dal sistema dell'apprezzo a quello delle gabelle avvenne alla fine del XVI secolo): il catasto era lo strumento primario per l'individuazione della bonatenenza, cioè dell'imposta dovuta dai feudatari non residenti per i beni mobili e immobili di natura "burgensatica" posseduti entro i confini comunali. La confusione era totale quando si trattava di distinguere tra corpi feudali e non feudali nei beni del barone del posto, a Nola 1719 si accenna a una controversia sul pagamento bonatenenza: "Le Bonatenenze non può darsene piena raggione mentre stanno litigiose in Regia camera", (I Conti delle Università, 758/03, c.183).
Nei bilanci si ritrovano le entrate o introiti e poi gli esiti. In quelli molto articolati, come della città di Pozzuoli, nelle entrate si può trovare l'affitto delle varie gabelle (gabella della farina, ius prohibendi del pane, mondezzaio, la portolania, la zecca, la gabella della carne, del caso (cioè del formaggio), il peso e scannaggio, la catapania, lo ius prohibendi della neve e l'erbaggio).
Queste le rendite a cui seguono i pesi: i creditori istrumentarii e i creditori fiscalarii: per quanto riguarda i primi, gli istrumentarii avevano prestato somme direttamente all'università e il loro diritto era attestato dal'istrumento notarile. Il creditore fiscalario era colui che aveva prestato un capitale alla Stato per cui godeva di una rendita fissa. Era norma che questa rendita venisse tolta dall'entrate tributarie da esigersi dalle comunità locali in ragione del numero dei fuochi.
Tra i pesi delle università, ovviamente, compare anche il debito nei confronti dell'Erario o come spesso si trova scritto, della "Regia Cascia": si tratta di un complesso di tributi, stratificati nel tempo, che erano così articolati: tassa dei 42 carlini a fuoco (originaria contribuzione che risaliva all'epoca aragonese), la tassa dei 6 grana a fuoco, le franchigie varie per i soldati, a battaglione a piedi, in arme o a cavallo.
Infine troviamo i censi, i pigioni che pagava la città di Pozzuoli, ad esempio quello che pagava "all'ill.mo vescovo di questa città per il pigione della scola dei scolari grandi e per quelli piccoli"; e le spese che ordinariamente e straordinariamente ogni anno occorrevano.
Chiudono il documento le firme finali degli eletti e il sigillo a secco fondamentali per ricostituire la Raccolta di stemmi dei comuni del regno andata distrutta nell'ultimo conflitto, come aveva intuito la dott.ssa Dora Musto nella sua introduzione all'inventario dei Conti delle Università.
strumenti di ricerca presenti in Sala di Studio
330 / I.  Inventario anlitiche dei volumi di fede d'entrata e pesi della Terra di Lavoro
Inventario anlitiche dei volumi di fede d'entrata e pesi della Terra di Lavoro
informazioni redazionali
Il presente inventario è a cura di Ferdinando Salemme; il lavoro è stato coordinato dal dott. Fausto de Mattia.
Responsabile del procedimento di pubblicazione sul web dott. ssa Silvana Musella (2010).