serie
Persone
codice
0000000694
intestazione autorizzata
d'Ambrosio, Angelo, militare, (Reggio Calabria 1774 - Napoli 1822)
date di esistenza
1774 - 1822
luogo/hi
Reggio Calabria  (residenza)
Napoli  (residenza)
storia
Angelo d'Ambrosio, nato il 22 settembre 1774 a Reggio Calabria dal giureconsulto Bernardo e da Vincenza Ricci, si trasferì a Napoli insieme con la famiglia. Intrapresi gli studi nel Collegio del Santissimo Salvatore, successivamente entrò a far parte del Collegio Militare della Nunziatella. Entrato nel reggimento "Re", inviato da Ferdinando IV di Borbone nel 1793 a difendere Tolone contro la Francia, Angelo d'Ambrosio fu fatto prigioniero e condotto a Valenza dove rimase quattro anni. Nel 1797, ritornato nel Regno di Napoli, a soli ventitré anni fu chiamato a far parte dello Stato Maggiore dell'esercito e divenne aiutante di campo del generale Dillon.
Nel 1798 combatté contro i francesi giunti a Roma guidati dal generale Championnet.
Dopo la parentesi della Repubblica napoletana del 1799, Angelo d'Ambrosio, che aveva militato a favore della causa repubblicana, si rifugiò insieme con il fratello Paolo, ufficiale dell'esercito, nell'isola di Corfù. Dopo una serie di peregrinazioni per l'Italia, il d'Ambrosio tornò a Napoli in seguito all'amnistia accordata agli esuli politici nel 1801. Non potendo riprendere la carriera militare, si dedicò all'attività forense riscuotendo un buon successo nel foro napoletano. Durante il "decennio francese" (1806-1815) Angelo d'Ambrosio riprese la carriera militare, servendo il governo. Nel 1808, per aver partecipato valorosamente alla guerra di Spagna voluta da Napoleone, fu insignito della Legione d'onore e della Croce delle Due Sicilie. Nel 1809, il colonnello Angelo d'Ambrosio fu chiamato a Napoli da Gioacchino Murat e partecipò nel 1810 alla spedizione siciliana. Ferito e fatto prigioniero, il d'Ambrosio fu condotto a Malta. Nominato barone da Gioacchino Murat nel 1811 e promosso generale nel 1812, fu nominato governatore delle Marche nel 1815. Dopo la caduta di Gioacchino Murat, Angelo d'Ambrosio, rientrato a Napoli, entrò a far parte del Supremo Consiglio di Guerra, durante il regno di Ferdinando I di Borbone, che nel 1816 lo nominò ispettore generale di fanteria e nel 1819 lo decorò della croce di San Giorgio.
Dopo aver militato durante il breve governo degli austriaci nel 1820-1821, al ritorno dei Borbone, fu privato degli incarichi pubblici. Ritiratosi in una località alle falde del Vesuvio, morì il 29 luglio 1822.
Angelo d'Ambrosio, oltre che uomo d'armi, fu anche letterato e autore di opere di carattere militare. Si ricordano la "Memoria sulla difesa del Regno delle Due Sicilie", pubblicato a Napoli nel 1820, e "La Champagne de Murat en 1815", pubblicata postuma a Parigi nel 1899.
documentazione collegata
D'Ambrosio, Angelo
fonti
M.A. Tallarico, ad vocem, in Dizionario biografico degli Italiani, pp.303-305